Dott. Guglielmo Rufolo

CHIRURGIA CRANIO-FACCIALE PEDIATRICA

La chirurgia cranio-facciale pediatrica è una disciplina che è stata introdotta dal chirurgo plastico francese Paul l. Tessier nel 1967. Le tecniche di base sono valide e hanno diversi scopi in questo tipo di chirurgia plastica, quali: trattare le malformazioni, i traumi e le neoplasie.

Le prime pubblicazioni del pioniere della chirurgia cranio facciale, Paul Tessier, risalgono comunque gli anni ’70. Attraverso la nascita di questa chirurgia, conoscendo anche i rischi connessi, è nato anche il concetto del team, che poteva assicurare uno studio adeguato dei problemi multifattoriali che interessavano i piccoli pazienti, i bambini.

Il bambino rappresenta l’argomento centrale di questo tema. Bisogna dire che la maggior parte delle anomalie congenite trattate nel reparto di chirurgia plastica sono riconosciute alla nascita e sono quindi affidate nelle mani del chirurgo plastico.

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Esse sono trattate chirurgicamente a differenti età secondo il momento considerato migliore per ciascuna anomalia. Tali anomalie non dovrebbero essere considerate come problemi dei soli chirurghi plastici ma come problemi multidisciplinari che vedono coinvolti i neonatologi ed i pediatri e successivamente richiedono la collaborazione di numerose altre discipline. Esse possono creare difficoltà per i ginecologi e le ostetriche, per il personale infermieristico, per i medici generali, per gli operatori sociali, e particolarmente per la famiglia.

chirurgia cranio-facciale pediatrica - Dott. Rufolo - Chirurgo PlasticoUn esempio può essere il bambino con una labio – palatoschisi, che può comportare problemi di alimentazione, i quali potrebbero causare a loro volta rallentamenti nella crescita e nello sviluppo; questi ostacoli devono essere superati sempre prima che venga programmata una riparazione chirurgica dell’anomalia da parte del chirurgo plastico.

Molto importante e da non sottovalutare risulta l’aspetto psicologico legato alle malformazioni. La nascita di un bambino malformato, specialmente se l’anomalia è visibile e non era stata diagnosticata durante la gestazione, si accompagna sempre ad un’enorme carica emotiva legata alla sorpresa dei genitori e dei familiari, alla difficoltà di accettare un aspetto del neonato, talvolta non particolarmente gradevole, alla frequente impossibilità di conoscere le cause dell’insorgenza della malformazione, alla difficoltà di gestire i problemi derivanti dall’anomalia nella vita di tutti i giorni, in particolare se i genitori sono alla loro prima esperienza. Tutti questi problemi di ordine psicologico richiedono una gestione attenta e discreta da parte di tutta l’equipe di un reparto di chirurgia plastica ma soprattutto anche del personale infermieristico. È importante anche che i genitori comprendano di poter contare sempre sull’aiuto e la disponibilità del professionista, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva e in particolare del personale infermieristico della clinica di riferimento.

All’interno della chirurgia cranio-facciale pediatrica, possiamo classificare come malformazioni le seguenti:

  • Schisi labio-palatine
  • Labbro leporino
  • Schisi facciali che interessano il massiccio facciale
  • Malformazioni che interessano la volta cranica come turricefalie, scafocefalie, brachicefalie, fino a quelle che interessano il padiglione auricolare.
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